La situazione dei lavoratori e lavoratrici che vivono in Italia ma lavorano in Svizzera può essere complessa, soprattutto se la carriera professionale si è svolta in entrambi i Paesi.
Il sistema pensionistico italiano è un sistema cosiddetto a ripartizione. In questo sistema, i contributi pensionistici versati vengono utilizzati immediatamente per pagare le pensioni dei lavoratori e delle lavoratrici in pensione in quello stesso momento, senza accumulo di capitale.
Vi sono due sistemi di calcolo:
Con questo sistema, la pensione è calcolata in base alla media delle retribuzioni (stipendi per i lavoratori dipendenti e redditi per i lavoratori autonomi) degli ultimi anni in cui si è esercitata la professione. Questo sistema vale per i contributi accumulati fino al 31 dicembre 2011 dai lavoratori che avevano almeno 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995.
Con il sistema contributivo l’importo della pensione dipende dal capitale di contributi versati dal lavoratore o dalla lavoratrice nell’arco della sua attività professionale. Un sistema esclusivamente contributivo viene applicato ai lavoratori i quali, al 1° gennaio 1996, non avevano maturato nessuna anzianità contributiva.
Il cosiddetto "sistema misto" è stato elaborato per accompagnare in modo graduale il passaggio dal vecchio sistema retributivo al nuovo sistema contributivo introdotto con la “riforma Dini” del 1995 (legge n. 335/1995), una riforma volta a garantire la sostenibilità del sistema pensionistico italiano, che soffriva le conseguenze del calo della natalità combinato all’allungarsi dell’aspettativa di vita. In effetti, in un sistema a ripartizione, le rendite pensionistiche dipendono in buona parte dalla quantità di popolazione attiva e dalla crescita o meno dei salari. Con il metodo di calcolo contributivo, l’importo della pensione rispecchia maggiormente i contributi effettivamente versati dal lavoratore o la lavoratrice. Il sistema misto fu quindi introdotto come sistema di transizione, per adattarsi progressivamente alla reale situazione del paese tutelando al contempo chi aveva già versato contributi con il vecchio sistema.
Il sistema misto si applica:
Per chi aveva meno di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995, la pensione viene calcolata con il sistema retributivo per i contributi versati fino al 31 dicembre 1995 e con il sistema contributivo per quelli versati dal 1° gennaio 1996 in poi.
Per chi invece aveva almeno 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995, la pensione si calcola con il sistema retributivo fino al 31 dicembre 2011, e con il sistema contributivo per i contributi maturati dal 1° gennaio 2012 in avanti.
Il montante contributivo individuale è il capitale accumulato dal lavoratore/dalla lavoratrice durante la sua vita lavorativa. Questo importo serve per calcolare la pensione con il sistema contributivo.
Il calcolo tiene conto:
Si sommano i contributi di ogni anno, rivalutati ogni anno in base a un tasso di capitalizzazione che deriva dalla variazione media quinquennale del PIL (prodotto interno lordo), calcolata dall’ISTAT rispetto ai cinque anni precedenti, una rivalutazione che ha lo scopo di adeguarsi all'inflazione e all'andamento dell’economia.
Questo calcolo concerne i contributi maturati dopo il 31 dicembre 1995.
Sul sito dell’INPS è possibile consultare il proprio Estratto conto contributivo / previdenziale. Si tratta di un documento che fornisce l’elenco di tutti i contributi di un lavoratore o di una lavoratrice registrati presso l’INPS, e che comprende tutte le tipologie di contributi (come, ad esempio, i contributi volontari o quelli da riscatto).
Il sistema pensionistico svizzero si differenzia da quello italiano in quanto solo il 1° pilastro (AVS) è basato sul principio di ripartizione, mentre il 2° e il 3° pilastro sono basati su un sistema a capitalizzazione.
Previdenza statale obbligatoria.
Copertura dei bisogni vitali all’età della pensione. Tra le prestazioni incluse:
Previdenza professionale.
Mantenimento di un livello di vita dignitoso. Tra le prestazioni incluse:
Previdenza privata volontaria.
Integrazione individuale della pensione:
L'importo della pensione AVS è calcolato in base al periodo di versamento dei contributi e al reddito medio annuo durante tale periodo. Viene erogata una pensione piena massima di 2.520 franchi al mese:
L'importo della pensione LPP dipende dal capitale previdenziale accumulato grazie ai contributi del datore di lavoro e del lavoratore. È indicato nel resoconto inviato ogni anno dalla propria cassa pensione. Per poter essere assicurata obbligatoriamente secondo la LPP (Legge per la previdenza professionale), una persona deve conseguire presso un unico datore di lavoro un salario annuo minimo di 22’680 franchi (dal 2025).
Questo salario minimo è denominato soglia d'entrata. Per colmare eventuali lacune previdenziali e migliorare così il capitale disponibile al momento del pensionamento, è possibile riscattare gli anni mancanti, con la possibilità di detrazione fiscale (solo a determinate condizioni). È anche possibile, sempre a determinate condizioni, ritirare in anticipo parte del proprio capitale LPP, ad esempio per l’acquisto della prima casa oppure se si lascia un’attività dipendente per passare a un’attività indipendente senza affiliazioni con casse pensioni.
Si tratta di un piano pensionistico individuale, facoltativo, che mira a colmare le lacune previdenziali, aggiungendosi alla previdenza statale (1° pilastro) e alla previdenza professionale (2° pilastro). Il 3° pilastro è generalmente versato in forma di capitale. I contributi per il terzo pilastro possono essere almeno in parte detratti fiscalmente solo in alcuni casi ben precisi, ragion per cui è fondamentale rivolgersi ad un consulente per conoscere la propria situazione. Il 3° pilastro è costituito come risparmio oppure può essere associato a un prodotto assicurativo (ad esempio assicurazione sulla vita), o una combinazione delle due soluzioni.
La pensione corrispondente al 1° e al 2° pilastro dovrebbe essere pari a circa il 60% dell'ultimo stipendio. Tuttavia, per mantenere il proprio tenore di vita abituale una volta raggiunta l'età pensionabile, sarebbe auspicabile poter contare su circa l'80% dell'ultimo stipendio.
Come posso richiedere la mia pensione in Svizzera?
Per quanto riguarda l’AVS, occorre presentare la domanda presso l’ente dove il soggetto lavoratore è residente, ovvero l’INPS per i frontalieri italiani. La domanda può essere presentata anche tramite patronati, CAF (centri di assistenza fiscale) o sindacati, a cui vi consigliamo di rivolgervi.
Una volta accertato il diritto a richiedere la pensione, la domanda verrà inoltrata allo stato estero in cui si è lavorato e maturato diritto a rendite (in questo caso la Svizzera).
Ecco due esempi concreti:
In questo caso la procedura è piuttosto semplice. Basterà infatti presentare la domanda all’ente preposto nel paese di residenza (INPS), che si occuperà di trasmettere la domanda alle autorità svizzere competenti. Come già detto, può essere molto utile rivolgersi a un patronato o a una struttura sindacale per essere assistiti nella procedura. In ogni caso, occorrerà munirsi di documenti di identità, codice fiscale, i documenti che attestano la residenza nonché quelli che attestano i contributi versati in Svizzera (a meno che non sia l’ente italiano a chiedervi l’autorizzazione per richiederli esso stesso alle autorità) ed eventuali documenti relativi alla situazione familiare.
Anche in questo caso occorre presentare la domanda all’INPS se si è residenti in Italia. Il frontaliere riceverà in questo caso due pensioni: una dalla Svizzera e una dall’Italia. Ma c’è un dettaglio importante: grazie agli accordi siglati tra Svizzera e Italia, il frontaliere ha diritto a una totalizzazione contributiva, ovvero alla possibilità di tenere conto dei contributi versati in un Paese che ha un accordo con l’Italia per ottenere il diritto alla pensione. Attenzione, però: in Svizzera si matura il diritto alla pensione purché si abbia lavorato almeno un anno (52 settimane).
Per quanto riguarda gli averi del secondo pilastro (LPP), occorre rivolgersi direttamente alla propria cassa pensione svizzera, o alle proprie casse se se ne è avuta più di una.
Tra il risparmio 3a (il 3° pilastro), i conti di risparmio tradizionali e i fondi di investimento o le assicurazioni, le soluzioni per prepararsi alla pensione non mancano. Tuttavia, per colmare al meglio eventuali lacune previdenziali, è consigliabile pianificare e iniziare il prima possibile.
Le pensioni integrative in Italia sono strumenti di risparmio volontario gestiti da enti privati (fondi pensione o assicurazioni), pensati per integrare la pensione INPS. Possono essere fondi chiusi (legati a categorie professionali), fondi aperti o PIP (piani individuali assicurativi). I versamenti sono liberi e fiscalmente agevolati fino a una certa somma annua.
Al raggiungimento dell'età pensionistica si riceve una rendita, oppure una parte del capitale (solo in certi casi si può avere l’intero capitale). Alcuni prodotti, soprattutto i PIP, possono includere anche coperture assicurative in caso di morte o invalidità, combinando così risparmio e tutela assicurativa.
È importante effettuare un bilancio previdenziale al fine di:
Quanto prima ci si prepara, tanto migliore sarà la rendita o il capitale al momento del pensionamento.
I nostri consulenti vi accompagneranno passo dopo passo, dall'analisi della vostra situazione alla stipula della polizza, e continueranno ad aiutarvi a ottimizzare i vostri risparmi a lungo termine.